Kenjutsu e Iaido
L'arte della spada sfocia, in Giappone, nelle due forme del kenjutsu e dello iaijutsu.
L'arte del kenjutsu, è soprattutto una scherma che oppone spada contro spada. Il modo di porsi al cospetto dell'avversario è quello di impugnare la spada con entrambe le mani e di porsi di fronte al nemico con tutto il corpo in kamae (posizione di guardia), al contrario della scherma occidentale che propone una guardia essenzialmente di sola lama. Le posizioni di guardia kamae, ebbero nei secoli circa 300 stili differenti.
Un ruolo importante lo ricoprì anche il bokken (spada di legno), esso infatti veniva usato al posto della katana per realizzare i kata. Nel tempo il bokken venne usato nei dojo, in sostituzione della spada vera, per motivi di praticità.
E' intorno al 1600 che l'arte del kenjutsu riceve una svolta fondamentale trasformandosi da pura arte di guerra a via spirituale.
Nel 1750 grazie a Nakanishi Chuzo, si affermò un metodo di allenamento con un'arma a foggia di spada dritta, fatta da più pezzi di bambù uniti tra loro, lo shinai. Questo, pur offrendo le stesse caratteristiche della spada come peso e resistenza, evitava di ferirsi negli allenamenti. Contemporaneamente venne introdotto l'uso di un'armatura chiamata bogu e si affermò una disciplina chiamata kendo. Quest'ultimo trovò larga diffusione quando nel 1877 fu emanato un editto con il quale si vietava ai civili di portare la spada, che rimase in dotazione ai militari e alle forze di polizia nell'espletamento delle loro funzioni; la scherma fu relegata quindi nei dojo.
L'altra disciplina, lo jaijutsu, fu fondata da Hojo Jusuke. Si racconta di Hojo che, mentre era assorto a pensare come vendicare il padre, intravide un modo di sguainare la spada dal fodero. Fu distinto dal kenjutsu per le particolarità che contraddistinguevano le due arti: il kenjutsu prettamente di combattimento, lo iaijutsu realizzava, invece, una difesa nel momento stesso in cui si decideva di estrarre la spada dal fodero, eseguendo un attacco. Quest'ultimo era incentrato infatti su una scherma difensiva e consentiva al praticante di replicare con efficacia ad attacchi portatigli anche mentre era seduto.
Il principio utilizzato in questa disciplina, intuire le intenzioni dell'aggressore anticipandolo senza così dover dare luogo ad una disputa, ha avuto grande influenza nella pratica delle arti marziali.